
Pare che sul piano delle adozioni internazionali il 2020, abbia, contrariamente a quanto accaduto su altri fronti, portato buone novità. È certo ormai il fatto che circa un centinaio di famiglie si siano ricongiunte ai piccoli che gli sono stati affidati, e notizia di dicembre è anche che già a ottobre e novembre 2020 molti sino tornati nel nostro stato. Il direttore generale per gli italiani all’estero ha dichiarato qualche mese fa che sono state portate a termine circa 400 adozioni internazionali e che, per numero sono certamente meno di quelle dell’anno precedente, ma che il caso ha voluto di far ritornare in “patria” moltissime coppie con bambini affidati prima del lockdown (che, in questo caso, pare non sia stato d’intralcio).
I paesi che soffrivano di più il problema erano (almeno nel 2019) l’India, la Colombia e Vietnam, oltre che la Thailandia, come possiamo notare tutti paesi in regime di povertà. Ma oggi gli stati che sono pronti ad accogliere questi nuclei familiari “in erba” sono più di 20, e sono quelli che, cioè, hanno riaperto le frontiere. Altro fattore di buon auspicio è l’aumento della portata dei corsi di informazione e formazione rivolti a coppie che adottano. Il che significa che questi appuntamenti riscontrino e contino un certo gruppo numeroso di futuri genitori. E come se non bastasse, anche gli incontri “online” sono, pare, stati ben organizzati e abbiano ridotto le distanze tra i membri familiari.
Se questi preamboli siano di buon auspicio per il 2021 sotto questo aspetto, lo dirà il tempo, ma certo è che si era già progettato di parlarne al convegno: “L’adozione internazionale ai tempi del covid 19” tenuto da Ai.Bi. in collaborazione con Cefam (Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori) che a dicembre 2020 ha tenuto una diretta zoom appunto. Vi ha partecipato anche Vincenzo Starita, nuovo vicepresidente della CAI. Ma veniamo alle dichiarazioni delle istituzioni interessate: “molte pratiche sono state bloccate a lungo, alcuni Paesi sono ancora chiusi, ma ora gli uffici gestiscono tutte le pratiche on line, le partenze delle coppie sono ricominciate e soprattutto abbiamo fatto tesoro della crisi – dichiara Marco Griffini presidente dell’Associazione Amici dei Bambini – abbiamo iniziato per esempio a svolgere online le attività di formazione per le coppie e questo resterà anche in futuro, perché elimina la necessità di spostarsi per gli incontri e riduce i costi per le famiglie. Alcuni Paesi, per esempio Haiti, hanno avviato l’affiancamento on line, con i primi incontri fra famiglia e bambino che avvengono sul web; la stessa Haiti ma pure Burkina Faso, Burundi e Congo organizzano trasferte con loro operatori per portare i bambini in Europa. Russia e Cina sono tuttora Paesi più complicati da gestire e sappiamo che con la pandemia il numero di bambini abbandonati aumenterà, ma le coppie che scelgono di restituire dignità e futuro ai bimbi attraverso l’adozione possono iniziare il percorso con fiducia, anche in tempi di Covid-19”.
Queste parole fanno tornare la speranza, a molti e che è già di molti, di vedere realizzato il sogno di numerosi familiari e coppie che non desiderano altro che stringere a loro altrettanti bambini; e non a caso parliamo di familiari, dato che, laddove esistano, devono essere “messi nel novero” tutti i parenti delle coppie, (non ultimi, i nonni). Nonni che durante questo anno avranno sofferto le pene dell’inferno: prima per non infettarsi, e poi, per non potersi avvicinare ai loro piccoli nipoti.
Pare però che qualcosa si sia mosso, proprio per la collaborazione tra i diversi enti (come la LIAN e CIFA for people), per citarne solo due, ma sembra ne siano coinvolti diversi. Forse, in poche parole si potrebbe affermare che: questo virus abbia “messo il sale sulla coda” alle burocrazie di ogni dove e che se ci fosse voluto un evento di tale portata socio-sanitaria per migliorare gli iter degli affidi internazionali, ciò significherebbe che la “morale delle adozioni”, la si lasci chiamare così, abbia ancora molta strada da percorrere per migliorarsi.
Di sicuro il percorso compiuto fino ad oggi, proprio durante il virus, ha portato a cenni di speranza, ma ritenere terminati i problemi, o pensare, a ritroso, che tutto sia ormai risolto, sembrerebbe davvero avventato. Migliaia di bambini, proprio durante il covid, si sa tra l’altro, sono stati e forse verranno anche, abbandonati, ma i futuri genitori probabilmente, nel superare questa pandemia, avranno, anche acquisito una tempra più forte, e di questo speriamo possano farne tesoro almeno, per il 2021!
Area legale – Logos Famiglia e Minori
Studio Legale Roberti
Writer: Dottoressa Michela Gabrielli (pubblicista)