Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, conosciuto come ADHD, è una condizione evolutiva caratterizzata da comportamenti di disattenzione, iperattività e impulsività, che rendono problematico l’adattamento del bambino ai suoi contesti di vita quotidiana.
Spesso i genitori di bambini con ADHD ci raccontano di problematiche legate all’area del sonno nel primo anno di vita il proprio figlio: molta difficoltà prima di addormentarsi, notti intere caratterizzate da frequenti risvegli.
Gli stessi genitori riportano di aver avuto costante necessità di vigilare il proprio figlio, una volta iniziata la deambulazione autonoma, per timore che si facesse male o che scorresse in qualche incidente domestico a causa della sua costante irrequietezza.
Nella maggior parte dei casi, i problemi più evidenti emergono con l’ingresso nella scuola materna: il bambino con ADHD fa fatica a rispettare le regole, a stare seduto al proprio posto, non riesce a portare a termine le proposte educative proposte dalle insegnanti.
Anche le prime relazioni sociali con i coetanei sono per lui molto difficili: il bambino viene inizialmente accettato, ma subito dopo allontanato poiché, a causa della sua bassa tolleranza alla frustrazione, potrebbe avere delle reazioni esagerate come ad esempio a seguito di una sconfitta in un gioco.
Per questo motivo spesso viene isolato o escluso dai giochi con gli altri compagni.
Spesso i genitori del bambino con ADHD, richiedono una consulenza negli anni della scuola elementare, e sin dai primi colloqui ci sono delle locuzioni che caratterizzano la descrizione del proprio figlio: “sembra come attivato da un motore”, “è testardo”, “non ascolta mai ciò che gli viene detto”.
È proprio con l’ingresso nella scuola primaria che emergono problematiche più evidenti: infatti, sono richieste attività più strutturate, che rendono necessario un impegno attentivo maggiore.
Classificazione
Anche se i bambini con ADHD vengono descritti generalmente con le stesse locuzioni e aggettivi da parte dei genitori (che rimandano a problematiche legate all’attenzione, all’iperattività e all’impulsività), ad oggi sappiamo che ci sono alcuni bambini in cui può predominare l’una o l’altra caratteristica.
Ci sono infatti bambini che hanno una predominanza del deficit attentivo (ADHD Tipo con Disattenzione Predominate).
Altri con problematiche legate all’area della iperattività e impulsività (ADHD Tipo con Iperattivtà-Impulsività Predominanti).
E infine bambini che presentato problemi relativi e tutte e tre le aree sopracitate (ADHD Tipo Combinato).
Elementi caratterizzanti
AREA DISATTENZIONE:
- non presta attenzione ai particolari, commette errori di distrazione nei compiti scolastici;
- Ha difficoltà a rimanere concentrato durante la lezione o ad esempio nel corso di una lunga lettura;
- Quando gli altri parlano con lui, sembra avere la “testa tra le nuvole”;
- Spesso non porta a termine i compiti assegnati, inizialmente comincia, ma poco dopo si distrae e perde la concentrazione;
- Ha difficoltà nell’organizzazione di compiti e attività;
- Dimentica materiale scolastico a casa o a scuola;
- Evita spesso compiti che lo impegnerebbero molto al livello attentivo;
- Spesso perde materiale scolastico, libri, penne, diario;
- È spesso sbadato nelle attività quotidiane.
AREA IPERATTIVITÀ E IMPULSIVITÀ:
- si agita, dondola sulla sedia;
- In classe, si alza spesso dal suo posto;
- Si sente irrequieto, non riesce a giocare tranquillamente;
- Agisce spesso come “attivato/a da un motore”, non riesce a stare fermo;
- Spesso parla troppo;
- Nelle conversazioni, non rispetta il proprio turno, completa le frasi dette da altre persone;
- Spesso interrompe gli altri;
- Utilizza le cose degli altri senza chiedere il permesso.
Cause
Ad oggi si ritiene che l’ADHD abbia una causa di tipo neurobiologico (ruolo importante della dopamina), ma si sottolinea anche l’importanza di molteplici fattori ambientali come ad esempio un parto difficile o basso peso alla nascita come anche situazioni di stress familiare.
Comunque attualmente si pensa che le cause vadano ricercate nell’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali.
Implicazioni
È fondamentale comprendere i meccanismi alla base del comportamento del bambino con ADHD.
Relativamente all’impulsività possiamo dire che i bambini con ADHD preferiscono di gran lunga l’immediatezza piuttosto che il premio di per sé o l’oggetto desiderato: per loro è difficile sopportare l’attesa e per questo motivo l’impulsività sarebbe la conseguenza per cercare di ridurre l’attesa di una gratificazione.
Spesso i bambini con ADHD hanno scarse prestazioni scolastiche con risultati non soddisfacenti.
Purtroppo, ancora oggi, il loro fallimento in ambito scolastico viene interpretato dagli altri come pigrizia, irresponsabilità o mancanza di collaborazione.
Nelle relazione sociali le cose non vanno per il verso giusto: a causa del loro comportamento impulsivo e per i loro atteggiamenti caratterizzati da frequente iperattività, i coetanei tendono, a lungo andare, ad isolare e a rifiutare il bambino con ADHD.
I genitori:
La vita familiare con il bambino ADHD non è delle più semplici e molto spesso di creano delle disfunzioni al livello genitoriale e familiare all’interno delle mura domestiche.
Una volta compreso e diagnosticato il disturbo, bisognerà rendersi conto che la cosa più importate sarà quella di creare un ambiente che permetta al bambino di autoregolarsi e di incrementare l’autoriflessione, dato che le sue problematiche sono legate soprattutto all’impulsività, all’iperattività e all’area attentiva, problematiche che causano uno scarso controllo interno ed esterno.
Consigli utili
- Un pensiero alla volta
Non accavalliamo pensieri e compiti, ma cerchiamo di esprimere i concetti con parole dirette e chiare. Riflettiamo sempre sul fatto che per il bambino è molto difficile organizzare ciò che gli viene detto, quindi dare un comando alla volta lo aiuterà nella gestione dei pensieri e nella modulazione del suo comportamento.
- Coinvolgimento
Sappiamo che la maggior parte dei bambini con ADHD sono come “attivati da un motore”, questo perché il loro corpo ha bisogno di “scaricarsi”, e spesso lo fanno correndo, arrampicandosi, passando da un’attività all’altra continuamente; per questo è utile coinvolgerlo anche nelle attività quotidiane più semplici. Ad esempio: torniamo a casa e il nostro bambino è molto irrequieto, ha finito i compiti e si trova in quel momento della giornata che chiameremo “tempo vuoto”, e così inizia a mettere in atto tutti quei comportamenti caratterizzati da iperattività. Cosa possiamo fare? Possiamo per esempio chiedergli di aiutarci ad apparecchiare, a sistemare o impegnarlo in attività piacevoli per lui che lo aiutino a “scaricare” la sua energia in qualcosa di costruttivo.
- Premiare e gratificare i comportamenti positivi
Quando il bambino ha un comportamento positivo, ad esempio quando porta a termine un compito di qualsiasi tipo, gratifichiamolo! Cerchiamo di capire cosa lo gratifica di più e forniamo lui l’oggetto, il cibo preferito o anche una gratificazione di tipo sociale tutte le volte che emette un comportamento desiderabile.
- Essere un esempio positivo
Anche le persone intorno a lui dovranno avere comportamenti adeguati. Ricordiamoci sempre che siamo i modelli più vicini al bambino, e che lui ci prenderà come esempio per futuri comportamenti.
- Supporto e sostegno genitoriale (reciproco)
È fondamentale un buon sostegno genitoriale reciproco: confermare le richieste dell’altro genitore e viceversa, limitando quanto più possibile i conflitti, sarà sicuramente d’aiuto al bambino nel cercare di gestire i suoi comportamenti e di autocontrollarsi.
- Supporto farmacologico
Molto spesso, i genitori sono molto restii alla terapia farmacologica nel trattamento del proprio figlio, e tutto questo è anche molto comprensibile. Dobbiamo però dire che, ad oggi, la terapia farmacologica è DAVVERO un supporto necessario e molto efficace nel trattamento dell’ADHD e che aiuterà il bambino a gestire i suoi comportamenti, a focalizzare l’attenzione.
Tutti questi aspetti porteranno il bambino a migliorare in molti contesti della sua vita, come il contesto scolastico e sopratutto quello sociale, incrementando pian piano anche la sua autostima.
Area neuropsicologia e salute mentale – Logos Famiglia e Minori
Studio Neuropsicologia e Psicoterapia Guzzino
Writer: Dottoressa Flavia Consolini