Spesso è possibile dimostrare la colpevolezza di una persona sulla base di messaggi Whatsapp custoditi all’interno del proprio smartphone.
Sia sotto il profilo civilistico che penalistico, tali messaggi potrebbero dimostrare, ad esempio, il mancato adempimento di un’obbligazione, come quello di impedire ai figli le visite al padre o addirittura le prove di un reato come lo stalking, la violenza psicologica e la violenza verbale.
In che modo i messaggi Whatsapp possono valere come prova?
All’interno del processo è ormai riconosciuta valenza probatoria a tutte le conversazioni avvengano tramite chat per cui non è possibile negare ad esse rilevanza giuridica.
Recentemente,in particolare, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il valore di prova legale dei messaggi inviati e ricevuti tramite Whatsapp.
Questi (immagini, messaggi, registrazioni audio) hanno natura di “documenti”, rappresentando la memorizzazione di fatti storici e per questo devono essere considerati come prova documentale ai sensi dell’articolo 234 del codice di procedura penale.
Lo screenshot
Le chat possono essere utilizzabili se ottenute tramite riproduzione fotografica, il c.d. screenshot, che acquisisce un valore diverso a seconda che venga effettuato dagli inquirenti o dalla parte. Difatti gli inquirenti hanno il potere di certificare la corrispondenza della copia all’originale, cosa che la singola parte non può fare.
Una volta realizzato lo screenshot questo può essere allegato in formato cartaceo o digitale al fascicolo.
Trattandosi di una riproduzione avente lo stesso valore di una fotocopia, lo screenshot avrà valore probatorio solo se non verrà contestato dalla controparte: contestazione alla cui base devono esserci motivazioni fondate, come la mancanza della data.
La testimonianza
Un altro modo per poter acquisire la prova di messaggi Whatsapp è quello della testimonianza: far leggere il contenuto ad una persona che vorrà poi fornirne dichiarazioni sotto giuramento.
Il teste non sarà soggetto di una testimonianza indiretta bensì di una testimonianza diretta, avendo visto con i propri occhi il contenuto dei messaggi in questione.
Così facendo, il messaggio potrà entrare all’interno del processo al pari di qualsiasi altra prova testimoniale.
L’acquisizione dello smartphone
Altro modo, sicuramente più sicuro, per poter conferire valore probatorio ad un messaggio è quello dell’acquisizione dello smartphone al processo.
E’ importante infatti la presenza e la visione del supporto al cui interno si trovi il messaggio in questione, potendo quindi garantire piena certezza dello screenshot effettuato e/o di un’eventuale testimonianza.
Difatti, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 49016 del 2017 ha stabilito che i messaggi contenuti nelle chat di Whatsapp acquisiscono valore di prova legale in giudizio ma per la loro
utilizzabilità è necessaria l’acquisizione del supporto telematico dove è avvenuta la comunicazione.
Il valore delle emoticon
Anche l’uso delle emoticon può acquisire una certa importanza nell’interpretazione delle chat utilizzate come prova all’interno di un processo.
Il Tribunale di Parma con sentenza con sentenza n.237 del 2019 ha infatti stabilito che le emoticon possono meglio rivelare le intenzioni dell’autore del messaggio, come ad esempio la sua valenza diffamatoria o al contrario ne può evidenziare il tono scherzoso.
Le emoticon quindi in molti casi possono chiarire il significato del messaggio che si vuole inserire come prova all’interno di un processo.
Cosa succede se cancello le chat?
Anche se vengono eliminati dal proprio telefono alcuni messaggi, questi possono essere comunque utilizzati in giudizio.
Abbiamo visto come la prova della chat può essere acquisita anche tramite la testimonianza di una persona che in precedenza ha visionato il contenuto del messaggio stesso.
Inoltre il continuo avanzare della tecnologia prevede una serie di sistemi che permettono il recupero di messaggi all’interno di un telefono.
Per questo l’eliminazione di messaggi non esclude la loro utilizzabilità all’interno di un procedimento civile o penale.
Area legale – Logos Famiglia e Minori
Studio Legale Roberti
Writer: Dottoressa Carolina Fattori (paralegal)